venerdì 17 aprile 2009

Torrentismo in Chiavenna


Oggi avendo messo pioggia ho deciso di fare qualcosa di semplice,e mi e venuto in mente di fare un po di torrentismo.
Senza dare una occhiata alle cartine ho deciso di risalire il torrente Chiavenna già effettuato parecchi anni prima in canoa,cercando di spingermi dove era interessante a livello torrentizio Il torrente Chiavenna non presenta nessun tipo di difficoltà',r un torrente piatto,non ingolato e difficilmente si trovano pozze profonde,o sassi da scalare al confronto del torrente Arda,due tipologie di torrentismo diverse.
La sorgente si trova a 806 m-l-La sorgente si trova a 806 m.s.l.m sante nord-orientale del monte Taverne, nel territorio comunale di Lugagnano attraversa di Lugagnano Val d'Arda successive mante entra nel comune di Cadeo nei pressi di Roveleto dove le acque dell'affluente Chero, paragonabile per dimensioni allo stesso Chiavenna. oltre il quale riceve un altro affluente, il Riglio. In ultimo, una volta superato il centro abitato di Caorso, si getta nel Po.
Il regime fluviale torrentizio e gran parte del'anno e secco
Infatti dopo copiose piogge per chi fa canoa o torrentismo sono momenti"rari"per poter effettuare una bella risalita o discesa di questo torrente,per nulla impegnativo
Foto:Emilio Di Nicola
Palmare :I Mate

martedì 14 aprile 2009

Due Solitarrie in sole due ore

Oggi sono partito per un altra mia solitaria visto che ho dei giorni di ferie da fare,e trovandomi solo ho deciso di fare due adventure di media difficoltà.
Dopo tante ricerche ,visto che avevo solo il pomeriggio a disposizione,ho tracciato sulle cartine delle nostre zone due Adventur interessanti-
La prima consisteva nell'attraversare una zona totalmente desolata,con uno dei peggiori terreni che ci si possono trovare dalle mie parti,Argilla,e Arenaria.
Il mio giro comprendeva toccare le cime ""Più alte"" e concatenarle insieme,passando per una boscaglia di pini,un paio di torrenti con livello d'acqua basso,e varie paludi,e acquitrini,il tutto arrampicandoti su montagne dal terreno instabile,alte piu o meno venti trenta metri,tocco la prima scatto un po di foto e vedo la via migliore per raggiungere la seconda vetta,che passava dentro una goletta,per poi una arrampicata di quindici metri e arrivare in vetta,l'unica difficoltà che ho trovato che una volta a meta dell'arrampicata il terreno era troppo secco e non cera maniera di salirlo,visto che mi crollava appena lo toccavo,obbligandomi a tagliare la montagna in trasversale per poi poter risalire fino alla cima senza problemi.
La tersa ultima cima fu una passeggiata,visto che era circondata da piante che mi anno facilitato la salita tranne le spine :-( ,faccio una sosta,foto e dati gps,e trovo subito la via Più pulita per il ritorno,attraversando una fitta boscaglia,ma senza torrenti stavolta,fino ad arrivare al campo dove ho raggiunto la macchina.
La mia prima Adventure e stata terminata in quaranta cinque minuti, poco piu di cinque kilometri e mezzo e avevo tutto il tempo di spostarmi per la Più impegnativa e difficile Adventure che si poteva fare in quella zona.
Mi sono spostato in macchina per raggiungere il mio secondo obbiettivo,che si trovava nel paesino di Morfasso,cinque kilometri Più in su da dove ero prima.
Dovevo imboccare la prima stra che dal paesino portava a valle,scenderla per tre kilometri ed arrivare ai piedi della montagna.
La mia seconda Adventure era una uscita fatta tre Domenica fa com il mio amico Mario, il Monte Carretto,ma questa volta da solo e risalendo la parte centrale del monte,per poi una vola in cima scendere il versante nord.
La parte centrale partiva diretta in arrampicata ,per nulla facile,visto il tipo di terreno già descritto dalla prima volta che lo abbiamo fatto,in Più non avevo nulla nessuna sicura o altro mezzo per facilitarmi la salita di questa montagna,ma questo fu una mia decisione di non portarmi nulla visto che il mio obbiettivo principale era di farla in libera,sensa attrezzature o sicure.
Parto e i primi metri sono accettabili,tranne qualche cedimento del terreno,ma era prevedibile,fino ad arrivare ad una parete impraticabile che mi costrinse a deviare di qualche metro la risalita,trovo un buon punto,ed inizio ad arrampicarmi,con molta cautela.
Per poi arrivare ad un tratto di grossi massi,che mi fecero risalire parecchi metri senza problemi,fino ad arrivare ad un punto dove ogni appiglio che toccavo mi rimaneva in mano,e la cosa mi rendeva difficile la salita,ma poi un passo alla volta sono arrivato dove la pietra era Più consistente permettendomi di risalire una ventina di metri.
In pratica il monte si suddivideva fra impraticabile e fatibile.
Ero a quota quattrocento metri,poco più della meta',diedi un occhiata alla salita che mi aspettava ed a una probabile via di fuga in caso non sarei riuscito ad proseguire.
Detto fatto,appena scalato una quindicina di metri,mi trovo un muro di parete Arenarica alto quattro metri,impossibile da scalare, sia centralmente che lateralmente.
Fui costretto a scende per un paio di metri,fino a trovare un"sentiero"che tagliava la montagna trasversalmente,sfuttandolo finche si poteva,camminando di traverso il rischio maggiore e quello di scivolare,non potendo affondare bene il piede e lavorando solo col fianco della scarpa bisognava prestare molta attenzione,perché una scivolata voleva dire arrivare fino a valle,e quattrocento metri di scivolo,non sono divertenti.
Man mano che attraversavo mi alzavo cercando di arrivare alla cima,fino ad arrivare ad una zona con un po di piante che mi avrebbero facilitato la salita,pur sempre impegnativa,salgo senza problemi fino a quota seicento metri,scatto un po di foto,mi riposo e riparto immediatamente per l'ultima tirata alla vetta,che si trovava a quota settecento trenta due metri,per poi scendere nel versante Nord ma sempre all'interno della montagna.
Poco dopo arrivo in cima alla vetta grazie anche alle piante che mi anno potuto far accelerare il ritmo di salita prendo i dati gps,e decido di scendere nel versante dove eravamo saliti io e Mario la volta successiva,conoscendola non dovrei aver avuto problemi.
Incomincio la discesa fra salti e scivoloni,sempre seguendo un versante con Più piante possibili in caso non sarei riuscito a scendere, ma' hai me non poteva andare tutto bene,in un passaggio mi si stacco il terreno da sotto i piedi e scivolai giù per una decina di metri,cercando di tenere il corpo dritto e rivolto a valle ,non sono rotolato,ma mi sono procurato dei grossi graffi,nelle cosce,uno nel braccio,e un un po profondo e nella schiena,ma tutto sommato ero vivo,cercai di riprendere fiato ,e avvolto dalla polvere trovare un altra via per scendere più sicura,ma' non ce nerano,l'unica era una stretta gola a gradoni,e se volevo tornare alla macchina ero costretto a scendere non mi andava di risalire per più di meta montagna e ritrovare un altra via,non sarà di sicuro quel volo a cambiare le mie idee.
Incominciai a scendere adagio,anche perché mi faceva male un braccio che sanguinava a causa della scivolata sulle rocce taglienti,,e arrivai al primo salto,ma non ci pensai neanche un attimo e mi lanciai,e giù scivolando come se stessi sciando sulla neve,fino al prossimo,e cosi via, grazie al celo erano saltini di pochi metri,e per lo Più la parte bassa della montagna aveva il terreno Più morbido e riusciva ad attutire le mie cadute facilitandomi la discesa,nel giro di venti minuti ero arrivato alla fine,mi mancava solo un piccolo bosco da attraversare,e imboccare un sentiero che mi avrebbe portato alla macchina, ultime foto,e molto soddisfatto anche se un po ammaccato,avevo portato a termine i miei obbiettivi,pur sapendo che ho rischiato,ma L'Adventur e specialmente in solitaria e cosi,fatta imprevisti, od ostacoli che devi saper superare,per me e stata un ottima giornata.nessun rimpianto e massimo rispetto per quel Monte dal terreno cosi Bastardo, e pericoloso,ma' pieno di emozioni.

Foto:EmilioDi Nicola
foto da Palmaari :I mate -Mio a 701
Team:EmilioDi Nicola
Stao:Italia
Regione:Emilia Romagna
Provincia di:Piacenza

sabato 11 aprile 2009

Monte Carretto




Dopo un certo periodo di tempo,per vari motivi,io e Mario partiamo per andare in montagna.
Visto il prolungato periodo di inattività',decidemmo di fare qualcosa di semplice tanto da ingranare un po il ritmo,e il Sabato prima in uno dei nostri tanti giri avevamo adocchiato un monte che non sembrava male da fare.
Fatte un po di foto,per vedere un po cosa ci aspettava ,ed avere una vaga idea di come buttare giù un progetto per la Domenica seguente.
Arrivati alla Domenica,troviamo un posto per la macchina e ci cambiamo,pronti per partire,il tempo era ottimo,visibilità ottima e terreno asciutto,si prevedeva una Domenica tranquilla .
Dico terreno asciutto per via di ciò' che ci aspettava,il monte e il terreno circostante era totalmente Argilloso,ed Arenari co,un terreno noiosissimo se il giorno prima ha piovuto,perché camminare e una cosa faticosa,sembra di stare in una palude,si sprofonda,non ci sono appigli,o soste sicure dove fermarsi,e la fatica di un passo ne vale due,soprattuto se il livello di pendenza e elevato.
Se invece il terreno e asciutto come in questo caso,le cose cambiano,il terreno e gretoloso,scivoloso in molti tratti,e zero appoggi,,visto che si sgretolano tutti,rendendo le cose abbastanza complicate,ma esaltanti per i nostri spiriti.
Partiamo e fra una chiacchiera e l'altra arriviamo in un campo,che ci permette di fare un bel tratto senza tribolare,fino ad arrivare ai piedi del monte,fatta qualche foto,incominciamo ad scalare il monte per arrivare in cima,il terreno era duro e e gretoloso,ma si riusciva a salire tranquilli sensa problemi,apparte qualche scivolo,a causa dell'aderenza sul terreno,dopo mezzora ci fermiamo ad ammirare il paesaggio,e fare delle foto,e diamo un occhiata ai dati gps.
Davanti a noi incominciava una serie di gradini ,abbastanza noiosi,ma facilitati dalle piante come ottimi appigli,Mario parte e incomincia la salita ,i primi gradini bastava "saltare "e si facevano ,poi arrivammo ad un punto dove cera d'arrampicare,e ci volle un po piu di tempo,ma sempre fattibili e nelle nostre possibilità'.
Mentre salivamo,potevamo vedere la vetta da noi scelta,e decidemmo di tagliare trasversalmente la montagna per poter arrivare anche prima,avevamo tutto corde moschettoni,risalitori,ma come al solito,sia io che Mario facciamo tutto in"libera"anche perché conosciavamo bene la zona,e il terreno,ma non sottovalutiamo mai nulla,per questo le sicure le abbiamo sempre dietro.
arriviamo in un tratto che sembrava Più un sentiero di cacciatori che da trek,ma era ugualmente comodo,e ci dimezzo i tempi di un bel po,e apparte i sali e scendi con pendii scivolosi,arrivammo alla vetta senza problemi, ci sedemmo mangiammo dei panini,e rilevamento dati gps,e un po di relax a goderci il panorama.
Mentre guardavamo un po in giro,eravamo gia a progettare Mario mi diceva guarda quella gola... la prossima Adventure"non ci fermeremo mai.
Poi il ritorno alla base fu una passeggiata,in mezzora eravamo già alla macchina in 30 minuti,mentre per salire ci vollero 1:35 minuti,va be ci voleva un po Più attenzione e studio dell percorso,per la discesa scendemmo quasi dritti come righelli,ma il tempo e tutto nella nostra vita,ci permetterebbe di effettuare anche due Adventure al giorno,ma per quella Domenica poteva bastare cosi,dopo tanto che non andavamo in montagna avevamo appagato i nostri desideri di libertà,e ci bastava.
Sempre meglio poco,ma vissuto intensamente che tanto e vissuto solo di fretta,e quel nostro poco ci a permesso di sfogarci e affrontare la settimana,con ottimismo,fino alla prossima,che ci regalerà' nuove sensazioni di libertà,in posti sconosciuti delle nostri valli.
Foto:Emilio Di Nicola Mario Verbeni
Macchine fotografiche:Mio a 701-I-Mate-Imate java 101

domenica 5 aprile 2009

Le Paludi dell'Arda impossibili"forse"



Sabato pomeriggio decido di fare una piccola adventur nel torrente Arda,visto le copiose piogge di questi giorni secondo i miei calcoli,avrei trovato ciò' che cercavo: paludi,uno dei terreni Più insidiosi e difficili da fare, ma'anche loro con il loro fascino.
Sono partito nel primo pomeriggio e ho incominciato a risalire il torrente,vedendo e fotografando i vari danni causati dalle piena,Più della meta delle strade ,sono state spazzate via,e fuoi costretto a fare un po sentieri e un po torrente,ma' nulla di difficile.
Dopo un ora arrivo all'mio primo obbiettivo,era una piccola palude si e no di 500 mt,ma la sua conformità la rendeva complicata da attraversare,per poter andare avanti e arrivare alla seconda.
L'unico modo per poterla attraversare era di arrampicarmi sui rami degli alberi e fare come una scimmia:-) da un ramo all'altro,nulla di difficile visto che viaggiavo anche leggero,solo con l'attrezzature fotograficae il cambio,comuncue fra cualche ramo spezzato e mezzi voli sono arrivato nell'altro lato sensa problemi,e percorsi un km nel letto del torrente sensa imprevisti,ma stupefatto di una cosa:mentre camminavo ,notai per terra delle lastre di marmo,e mi dicevoin mente mia"ma e impossibile"arrivato vicino,vidi delle lastre di marmo da cimitero,con tanto di nome ,evidentemente la piena le ha portate via,ma il cimitero e abbastanza distante,comunque erano spezzate solo a meta,feci delle foto e proseguii per la mia strada,pensando che la forza della Natura non risparmia nulla.

Lo so che non sarà una bella foto,ma e vera,e scattare foto di cose non preparate o previste e una buona cosa,ed inoltre e la realtà' di tutti i giorni,per chi vive la natura realmente senza finzioni.

Quello che ho trovato e anche accettabile da una piena,ma una volta io ed il mio amico Mario in Val Nure abbiamo addirittura trovato una macchina,in una gola che noi stessi abbiamo faticato ad risalire,ma sono cose vere,e a me piace documentare anche questo lato se pur"negativo" e non piacevole da vedere,ma ce',
Proseguendo arrivo alla mia seconda metail livello del torrente Arda era di medio livello quindi impossibile da fare dei trasbordi,quindi fui costretto a dover stare all'interno della palude per entrare rese le cose , un po p impegnative ,incomincio ad entrare nella palude,come prevedibile si sprofondava,ed in alcuni tratti scorreva ancora l'acqua,sono sprofondato nel fango oltre la caviglia,cercando rami o appigli per potermi sollevare,era una boscaglia tutta fitta e impenetrabile,ma non potevo tornare indietro,dovevo andare avanti,a fatica riuscii ad arrivare a meta,con Più fango addosso io che quello che cera nella palude,diedi una occhiata,e decisi di aggirare l'ostacolo,per due semplici motivi:uno e che non avevo di attrezzatura adatta per tale scopo,e il secondo,sarei sprofondato tutto,e la cosa non mi divertiva,decidendo di aggirare l'ultima parte,con meno pericolo.

Amo il rischio,ma so anche quando e una cosa sensata o no,proseguii per una boscaglia per un po,fra pozze e fango,ma senza imprevisti,e dopo un ora e mezzo di cammino,sono arrivato all'ultimo mio obbiettivo,il Più difficile,ma se avevo avuto problemi nella seconda palude figuriamoci questa.la sua lunghezza sarà' stato seicento metri,di larghezza poco Più di quattro,era uno specchio d'acqua unica,impraticabile già dal primo passo,ma preferii controllare lo stesso,presi un bastone di sessanta cm,e scandagliai il terreno,sprofondo subito oltre la meta',era troppo fresco il fondo,e non sarei mai venuto fuori in caso di sprofondamento,a malincuore dovetti abbandonare la mia ultima meta,se avesse smesso prima di piovere forse il terreno mi avrebbe tenuto un po per poterlo attraversare,ma non era cosi,fatto foto,preso appunti,decisi di ritornare a casa,ma non deluso,ma soddisfatto della giornata.

Le paludi purtroppo sono cosi,si possono prevedere in base alle piogge,ma non sempre e cosi,e trovare il momento per poterle attraversare senza stupidi e inutili rischi e davvero fortuna,ma aspetterò' una settimana,e sarò' di nuovo li,nel tentativo di attraversarla,il mio obbiettivo e solo spostato,ma non rinunciato,basta portare pazienza,e sono convinto che alla fine potrò dire che avrò attraversato le tre paludi,Più impegnative del torrente Arda in una sola giornata,
EmilioDi Nicola
Foto;Mioa701 -I-Mate
Stao :Italia
Regione :Emilia Romagna
Provincia di:Piacenza
Adventure:in solitaria